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venerdì 30 aprile 2010

Dissesto Idrogeologico in Italia

Si definiscono come dissesti idrogeologici quei processi che vanno dalle erosioni contenute e lente alle forme più consistenti della degradazione superficiale e sotterranea dei versanti fino alle forme imponenti e gravi delle frane comprendendo anche fenomeni come alluvioni e valanghe.
Le cause del dissesto idrogeologico sono da ricercarsi nella fragilità del territorio, nella modificazione radicale degli equilibri idrogeologici lungo i corsi d’acqua e nella mancanza d’interventi manutentori da parte dell’uomo soprattutto nelle aree montane in abbandono dove non si esercitano più le tradizionali attività agricole e forestali.
In Italia sono ben 3.671 i Comuni a rischio idrogeologico, il 45% del totale.
Solo negli ultimi 10 anni si sono verificati ben 12.993 eventi idrogeologici “problematici”, di cui sei catastrofici, e nell’ultimo trentennio frane e alluvioni hanno provocato oltre 3.500 vittime e almeno 50 miliardi di euro di danni.
I fattori o le cause che producono una frana o un movimento di massa sono molteplici si distinguono in tre tipi:

1) Cause predisponenti (ovvero proprie dell'ambiente naturale): natura del terreno, litologia, giacitura, andamento topografico, acclività dei versanti, clima, precipitazioni, variazioni di temperature, idrogeologia ecc...
2) Cause preparatrici: disboscamento, piovosità, erosione dell'acque, variazione del contenuto d'acqua, azioni antropiche ecc...
3) Cause provocatrici: abbondanti piogge, erosione dell'acque, terremoti, scavi e tagli ecc...

Le cause del dissesto idrogeologico sono quindi da ricercarsi nella fragilità del territorio, nella modificazione radicale degli equilibri idrogeologici lungo i corsi d'acqua e nella mancanza d'interventi manutentori da parte dell'uomo soprattutto nelle aree montane in abbandono dove non si esercitano più le tradizionali attività agricole e forestali.
In Italia si continua a costruire dove non si dovrebbe, si continua a illudere ed illudersi che con le grandi opere di difesa idraulica si possano strappare impunemente altri terreni ai nostri fiumi, già irrimediabilmente attaccati dall'urbanizzazione.
Quindi il rischio idrogeologico è stato fortemente condizionato dall'azione dell'uomo e dalle continue modifiche del territorio che hanno, da un lato, incrementato la possibilità di accadimento dei fenomeni e, dall'altro, aumentato la presenza di beni e di persone nelle zone dove tali eventi erano possibili e si sono poi manifestati, a volte con effetti catastrofici.
Ma gli interventi possibili non mancano se esiste un monitoraggio continuo delle zone a rischio.
Per evitare di innescare i movimenti franosi è necessario porre attenzione alle aree a rischio ed osservare alcuni accorgimenti:

1) Evitare costruzioni sul coronamento del corpo di frana o comunque nella sua parte superiore, in quanto questo appesantisce il terreno sottostante e lo rende instabile facilitandone lo scivolamento;
2) Evitare di effettuare sbancamenti o scavi nella parte inferiore del corpo della frana perché questo elimina una parte consistente del terreno resistente alla frana.


Questo è un video della frana in Calabria avvenuta recentemente:


Per aumentare il fattore di sicurezza in un'area a rischio frana si possono progettare interventi attivi di vario tipo:

1) Sbancamenti: opere di scavo eseguite a monte della massa di terreno a rischio; in fase di progettazione e decisione di questi interventi bisogna sempre tenere in considerazione che uno sbancamento se da un lato aumenta il fattore di sicurezza a valle dell'intervento lo diminuisce a monte;
2) Riprofilature: riduzione dell'inclinazione del pendio per mezzo dell'allontanamento di materiale e quindi costruendone artificialmente il profilo (che può essere con angolazione costante o a gradoni);
3) Allontanamento di massi pericolanti: si può pensare di intervenire su un versante allontanandone le parti più pericolose e più difficilmente stabilizzabili, come dei blocchi pericolanti, facendo però attenzione che l'intervento per rimuoverli non sia di danno al resto del versante (come può avvenire facilmente ad esempio utilizzando dell'esplosivo);
4) Riduzione dell'erosione al piede del versante da parte dei corsi d'acqua: questi interventi sono finalizzati a ridurre l'effetto dannoso che ha l'erosione nei confronti della stabilità del pendio; tali interventi possono essere:
5) Rimboschimento: dal momento che gli apparati radicali delle piante sono in grado di conferire al terreno maggiore coesione e resistenza agli sforzi di taglio, è possibile utilizzare questa tecnica per prevenire fenomeni franosi;
6) Opere di drenaggio superficiale, cioè quelle opere in grado di allontanare l'acqua piovana che andrebbe ad erodere il terreno; alcuni esempi sono le canalette superficiali (canali disposti lungo la linea di massima pendenza sul corpo della frana) e i fossi di guardia (fossi longitudinali alla frana posti immediatamente sopra la parte superiore);
7) Opere di drenaggio profondo, in grado di allontanare l'acqua nel sottosuolo; interventi di questo tipo sono trincee, pozzi e gallerie drenanti.
In caso di terreni rocciosi si può intervenire anche con tiranti, bulloni o chiodi infissi nella roccia che quindi possano sostenere la massa.


Nel biennio 2000/2001 lo Stato ha speso quasi 1,7 miliardi di Euro (oltre 3.270 Miliardi di Lire) per interventi rivolti a riparare i danni delle maggiori calamità idrogeologiche. Spese che hanno prodotto pochi miglioramenti nella sicurezza del territorio, "pezze" sistemate qua e là per salvare il salvabile quando la carica distruttiva dell'evento si era ormai sprigionata.
Se solo una parte dei fondi utilizzati per l'emergenza fossero impiegati per la manutenzione ordinaria del territorio e per opere di difesa idraulica compatibili con l'ambiente (risagomatura degli argini, creazione di golene allagabili, casse di espansione, ingegneria naturalistica, interventi di ripristino e recupero ambientale, piantumazione, riforestazione, incentivi alle comunità montane), si potrebbe finalmente ridurre il livello di rischio idrogeologico del nostro Paese, con più sicurezza per i cittadini e minori esborsi per lo Stato.

sabato 10 aprile 2010

°°°MONACO DI BAVIERA°°°

Monaco di Baviera un posto magnifico, molte opere stupende risiedono in questa città...
Le specialità di questa città vanno dai cibi, piatti tipici, monumenti...Si può iniziare a parlare di questa città inanzitutto dicendo che è una città in cui risiedono 1 milione e mezzo di persone piu i numerosissimi turisti che raggiungono Monaco nei periodi migliori, è situata nel sud della Germania nella Regione chiamata Baviera. Una bellissima opera che visitano tutti i turitisti è lo Stadio chiamato Allianz Arena in cui gioca una squadra fortissima, questo stadio enorme ha come caratteristica il fatto che cambia colore secondo l'ora del giorno. Un'importante specialità di Monaco è la BIRRA, bevanda tipica del posto, in molte birrerie si recava a degustare questa bevanda anche Adolf Hitler, da questo quindi si può dedurre che è stata "inventata" molti anni fa. Una festa è anche presente a Monaco in onore di questa bevanda: "Oktober Fest" dove moltissimi turisti partecipano e bevono molti litri di birra.
Molto bello è anche il centro di Monaco, caraterizzato interamente dalla via principale "Marienplatz" dove si trovano diverse strutture monumentali tra cui una meravigliosa fontana, la colonna con posta al vertice la rappresentazione in oro della Vergine e  il Palazzo comunale.
Monaco è famoso anche per le nuove strutture presenti, sedi delle più grandi case automobilistiche tedesche. Un'importante struttura di questo genere è "Palazzo Welt" sede di Bmw. Purtroppo molta è la distanza che separa Verona da Monaco ma qui è allegata una mappa dettagliata del percorso.

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